In queste ore che ci separano dall’inizio del un nuovo anno ci si ferma sempre a fare una riflessione su quanto ci siamo lasciati alle spalle, sulle tante cose fatte e magari su qualcosa che è rimasto nel cassetto! Un tempo opportuno per fare il bilancio dell’anno passato da cui ripartire per mettere in cantiere progetti per il futuro.
Un anno il 2019 che nelle aspettative degli italiani, come emerge dalla ricerca di Gallup International, il più grande network mondiale di istituti di ricerca indipendenti, che tiene insieme 55 paesi di tutto il mondo, non appare sereno; causa il forte sentimento di pessimismo verso la politica, il mondo del lavoro, l’economia.
Le Acli fedeli all’originaria funzione formativa, di movimento di pedagogia sociale, in un tempo di pericolosa disintermediazione tra democrazia, politica, corpi intermedi, s’impegneranno a promuovere spazi di riflessione, di confronto ed ascolto per mantenere viva la pedagogia della proposta politica, che diversamente rischia di ridursi in banali slogan o querelle sterili che non restituiscono un idea chiara, un orizzonte lungo verso il quale guardare il futuro di
questo Paese.
Oggi parametri essenziali che misurano il benessere sociale di un Paese – livelli di occupazione e delle retribuzioni, la disoccupazione giovanile, le fasce sociali a rischio di povertà, la polverizzazione degli aiuti alla famiglia, il numero di
laureati ed il coinvolgimento della popolazione adulta in attività di formazione ed aggiornamento
professionale – solo per citarne alcuni, non restituiscono adeguata tranquillità, creando distanze significative con le altre democrazie del continente.
Un investimento politico e sociale dovremo farlo sul tema dell’Europa (nel 2019 ci attende un importante esercizio democratico, le elezioni europee), che riteniamo sia il nostro destino e sul quale siamo a lavoro.
Chiediamo alla politica un impegno generativo mettendosi in ascolto di quelle esperienze di impresa, società civile, corpi
intermedi, territori che in questi anni hanno realizzato innovazione, hanno elaborato pensiero e azione, hanno prodotto qualcosa di inedito stimolando il genius loci delle persone, delle comunità!
Restiamo in attesa del compimento della Riforma del Terzo settore che è un passo necessario ed importante per riconoscere dignità all’azione del privato sociale organizzato e per dare così un quadro normativo omogeneo e definitivo alle tante espressioni del fare.
Nel 2019 saremo alla vigilia dei nostri 75 anni di storia, vissuti tra la torre civica ed il campanile, fra il movimento ed i servizi, fra politica e sindacato, fra la realtà e le idee, fra le donne e gli uomini, fra il cittadino e lo stato, fra la terra ed il cielo e forti di questa esperienza avvertiamo che tra lo sterile disimpegno e la faziosità politica, c’è una terra di mezzo che vuole agire scelte responsabili e riconoscersi attorno ad una idea di democrazia partecipata.
Ci auguriamo possa essere un anno di maggiori pacificazioni in tanti luoghi martoriati dalle guerre e dai conflitti…anche sociali.
Credo che il 2019 sarà un tempo complesso, che richiede intelligenza politica provando a interpretare ed orientare i bisogni e desideri delle persone, per dare loro un orizzonte etico condiviso.
Ci è chiesto uno sforzo in più, e allora sia il tempo il nuovo anno, occasione per riconciliare testa e cuore…per far bene ciò a cui siamo chiamati da cittadini, politici, amministratori, uomini e donne di buona volontà!
Buon anno a tutti voi